La Pozza della Radianza, il cui nome deriva dall’antico modo di chiamare la magia nei Principati di Glantri, sono essenzialmente delle pozze di magia grezza, che si presentano come idrargirio allo stato puro (argento vivo o mercurio secondo nomenclature imperiali ed alphatiane).
Può capitare, seppur molto raramente, che delle energie magiche intrinseche della Trama, talvolta si ammassino in un luogo particolare e totalmente casuale, senza divenire delle Zone di Magia Selvaggia, prendendo invece la forma di una vera e propria pozza liquida. La presenza di una Pozza in un qualsiasi luogo, non è di per sé una cosa buona o cattiva, perché la natura grezza della magia non ha nozione della moralità delle razze umanoidi, ma è da considerarsi a tutti gli effetti come un nervo scoperto del corpo magico di Mystara.
Una Pozza può essere utilizzata come fonte da coloro che sono esperti nell’uso della magia o da creature in particolare sintonia con essa, al fine di incrementare le loro capacità con un incredibile potere. Molti maghi nella storia hanno cercato e tentato di utilizzare queste Pozze come strumento per aumentare le proprie conoscenze ed il proprio potere, ma è un dato di fatto che ogni Pozza di cui si abbia avuto cognizione, è sempre stata molto più forte dello stregone che abbia cercato di manipolarla.
Etienne d’Amberville, il Gran Maestro del Consiglio dei Maghi di Glantri, un tempo ha equiparato un esperto di magia che cerchi di attingere all’energia della Pozza, all’accendere una candela con il soffio di un drago. Il più delle volte, i maghi che tentano di alimentare la propria magia con una Pozza, si ritrovano a dover affrontare contraccolpi magici ed altri strani effetti di alterazione.
Le Pozze sono considerate tra le più potenti fonti di energia magica di tutta Mystara e non è ad oggi chiaro, se esse siano il risultato dell’intenso utilizzo dell’Alta Magia Elfica prima della Grande Pioggia di Fuoco o se esse siano state presenti fin dalla creazione di Mystara stessa.
Esistono molte storie, raccontate tra gli incantatori, su come alcuni di essi siano entrati in contatto con
“una pozza di idrargirio magico” che gli ha conferito straordinari poteri o abilità. Alcuni di questi racconti riflettono la realtà storica e sono basati su cronache di incontri reali con la Pozza della Radianza, mentre innumerevoli altre sono estremamente esagerate ed inattendibili.
Quando una creatura vivente entra in contatto con una Pozza pura, possono succedere una moltitudine di cose: individui ambiziosi hanno affermato che bevendo o anche solo toccando l’idrargirio, hanno guadagnato poteri eccezionali, ma non è cosi semplice; spesso, a coloro che entrano in contatto con il liquido manca un addestramento arcano o un’innata abilità alla magia e per essi, la Pozza risulta essere niente più che un liquido esotico. Tuttavia, chi ha un forte legame con la magia, è sensibile o addestrato all’uso della stessa, può essere influenzato dal contatto. Gli effetti paiono essere completamente casuali: per ogni effetto benevolo certificato dalle cronache, vi sono anche una moltitudine di storie orribili che parlano di conseguenze terrificanti e molti di coloro che tentano il contatto con la Pozza non sopravvivono per poterlo raccontare.
Diversi studiosi ipotizzano che una creatura la cui intrinseca natura possa definirsi pura, riesca ad attingere ai poteri della Pozza e ottenere non solo una guarigione alle loro carenze fisiche o mentali, ma appunto guadagnare capacità fuori dalla norma. In tal senso, è significativo un racconto proveniente dalle terre di Ylaruam, dove si narra di un ragazzo vissuto nei sobborghi del villaggio di Shaqra, il quale in giovane età venne colpito da una malattia che lo rese completamente cieco. Giocando con degli amici nei palmeti circostanti, si accorse di una polla con un liquido argenteo che pareva uno specchio limpido e luminescente. I ragazzi, forse anche a causa della calura del deserto, bevvero il liquido ed il ragazzo avvertì un dolore agli occhi dovuto ad una luce intensa. I compagni cercarono di portarlo dalla madre, ma calò il crepuscolo ed essi non avevano con loro alcuna fonte di luce. Il ragazzo però, affermò di non essere più cieco e persino di poter vedere perfettamente nell’oscurità più totale, guidando la piccola comitiva sana e salva a casa.
Come ogni questione che si affronti in ambito di studio ed utilizzo della magia, esiste anche un lato oscuro per quanto concerne la Pozza della Radianza.
E’ stato dimostrato che agenti del Male e delle tenebre, attraverso arcani rituali o per mezzo di esseri planari, possono corromperla: quando viene contaminata, una Pozza non è più un ricettacolo magico di energia pura, ma diviene un vero e proprio cataclisma che porta morte e distruzione.
E’ altresì assodato, che una Pozza può essere “corrotta” anche dalle forze del bene, anche se ciò è avvenuto in modo accidentale; maghi o sacerdoti buoni e neutrali tendono a vedere la Pozza come una naturale estensione della Trama che scorre attraverso il mondo ed agiscono per preservare la vera natura della Pozza. Quando ciò è stato fatto intenzionalmente, il potere benefico sgorgato dalla sorgente ha portato l’utilizzatore a sprigionare una potenza così estrema da consumarlo ed ottenere il risultato opposto da quello sperato.
La Trama, come già ricordato poc’anzi, non è né buona né malvagia, ma cercare di forzare e piegare ai propri voleri una fonte diretta e grezza della magia, rischia solo di portare a catastrofiche conseguenze.
Non vi sono notizie per quanto riguarda l’utilizzo della Pozza come portale per accedere ad altre dimensioni, ne se sia possibile portare via una parte dell’idrargirio di cui è composta.
Non è dato nemmeno sapere quanto possa durare una Pozza nel tempo e le incognite sopra descritte, sono solo alcuni dei quesiti ancora senza risposta che riguardano queste pozze misteriose.
E’ però la razza degli elfi che più di ogni altra, custodisce le maggiori conoscenze sulla Pozza della Radianza, in particolare quei clan che un tempo dimoravano nel perduto Reame Silvano di Nandelai.
Pare che essi ebbero modo di studiare approfonditamente le Pozze e che probabilmente, l’utilizzo o la contaminazione di una di esse, sia stata la causa della caduta dell’antico regno e della successiva migrazione verso il Brun meridionale.
Gli elfi di Nandelai crearono anche tre oggetti magici intrinsecamente legati alla Pozza: l’Elmo di Elyrion, i Guanti di Alandir e Dhalbring, la Lama Spettrale. E’ possibile fare un’ipotesi su come potessero essere utilizzati l’elmo ed i guanti: il primo potrebbe donare al possessore qualche abilità magica relativa a conoscenze su come utilizzare la Pozza, ad individuarla o anche a permettere di vedere cose nascoste alla vista normale; i secondi, probabilmente sono stati creati per utilizzare il potere della Pozza senza dover necessariamente entrare in contatto con essa o magari fungono da protezione contro gli eventuali effetti magici collaterali. La creazione di una spada invece, resta un totale mistero, solo uno dei tanti che ancora avvolgono la Pozza della Radianza.