Cenni storici
Esistono molte chiese nel continente di Brun, innumerevoli fedi dedicate alle divinità più disparate ed un numero incalcolabile di movimenti e gruppi religiosi.
Nessuno di essi però, ha degli obiettivi così ambiziosi ed ha alla base un’idea estremamente rivoluzionaria, come la Chiesa di Karameikos.
Partendo dal nome stesso infatti, è possibile già inquadrare la singolarità dell’istituzione ecclesiastica, che ha nella denominazione formale il nome di uno stato sovrano e non quello di un culto o di una specifica divinità. Il progetto di una sorta di chiesa di Stato, anche se in questo caso specifico non lo è almeno sulla carta, venne al Duca Stefano Karameikos e all’attuale patriarca della chiesa, l’anziano ed eminente Olliver Jowett, già membro di prim’ordine del clero del Dio Tyr presso la corte imperiale di Thyatis.
Quando Stefano Karameikos partì per insediarsi nelle terre di Traldara nel 970 D.I., chiese ad alcuni amici e conoscenti del defunto padre di seguirlo; egli aveva bisogno di consolidare il suo potere in un territorio tendenzialmente ostile a coloro i quali erano originari di Thyatis, visti ragionevolmente come dei tiranni dopo decenni di occupazione e repressione imperiale. La religione poteva essere un buon collante tra i vari ceti della popolazione, nettamente divisa tra i nobili Thyatiani ed i plebei Traldariani, ed un clero che avesse aiutato la corona a smorzare le disuguaglianze sociali poteva essere la soluzione.
Jowett conosceva il Duca fin da ragazzo e si trovò con entusiasmo ad ascoltare e sostenere le idee riformatrici del futuro reggente, in cui vide un
grande potenziale che sviluppò in seguito in un’idea più precisa e che sottopose a Stefano Karameikos.
I culti di qualsiasi divinità erano molto legati alla dottrina e alle idee che professavano, le alleanze tra chiese pacifiche, di allineamento morale buono e filosoficamente vicine non erano rare, tuttavia non erano nemmeno infrequenti scontri ideologici e talvolta persino militari, considerato le numerose
correnti ortodosse e integraliste all’interno dei culti stessi. Jowett immaginò una chiesa che portasse il nome del luogo in cui essa era presente sul territorio, in cui tutti i fedeli, dal povero al ricco, potessero identificarsi e che fungesse da richiamo spirituale all’unità nazionale. Una sorta di Santa Alleanza delle chiese che professavano un’idea condivisa della fede nei suoi capisaldi principali, unite in un organo superiore che fungesse da guida ma che potessero anche godere dell’autonomia locale, senza stravolgere le gerarchie interne di un credo specifico.
L’idea piacque così tanto a Stefano Karameikos, che affidò immediatamente a Jowett il compito di creare questa “chiesa delle chiese”, del quale il saggio chierico sarebbe stato nominato patriarca. Quando egli giunse nelle terre di Traldara con i suoi numerosi seguaci, si diede da fare alacremente per dar vita a questo progetto ambizioso, ponendo l’accento sui bisogni spirituali e materiali della popolazione locale, incentivando la raccolta delle elemosine per i poveri e l’integrazione tra le due diverse anime che popolavano il Granducato.
Vi furono anche problemi di non poco conto che Jowett dovette affrontare dopo l’iniziale entusiasmo: le lotte interne tra le varie chiese per ottenere maggior potere all’interno del Consiglio Ecumenico, l’organo che delibera su varie materie e a cui il Patriarca demanda le decisioni meno cruciali; l’iniziale scetticismo del popolo nei confronti di un progetto che non capiva e di cui pensava non ci fosse bisogno; la forte opposizione dei chierici e dei credenti dei culti traldariani dedicati ad Halav, Petra e Zirchev, eroi nazionali venerati come divinità.
Quest’ultima diatriba fu di gran lunga la più complicata da redimere, in quanto i ministri dei culti legati agli eroi della Ballata di Halav, cominciarono a fomentare la folla contro la neonata chiesa Karameikana e contro il potere da poco insediato, facendo leva sul sentimento anti imperialista dei ceti più bassi.
Quando la situazione rischiò di fuggire di mano, anche a causa della Ribellione dei Marilenev, Jowett prese una decisione drastica ma necessaria: fondare un ordine religioso-militare che difendesse la Chiesa da oppositori e nemici.
Con una Bolla patriarcale, chiamata la Sacrosanta Karameikana, egli diede vita ad un ordine monastico di guerrieri della fede che rispondevano esclusivamente al Patriarca della chiesa o a chi ne faceva le veci, chiamato Ordine del Grifone.
Questo corpo di cavalieri d’elite, molto ben addestrati ed equipaggiati divennero il braccio armato della chiesa ed i loro membri, nel tempo, cominciarono ad accumulare prestigio, potere ed ingenti ricchezze. Si resero non solo indispensabili nei primi momenti di vita della Chiesa di Karameikos, ma negli anni a venire consolidarono i loro privilegi, evitando che il corpo venisse smantellato quando la popolazione cominciò ad accettare e comprendere l’idea del patriarca Jowett e del Duca, cessando di fatto le ostilità.
Alla fine l’obiettivo venne raggiunto, le varie confessioni religiose cooperavano tra loro riunite sotto una sola grande bandiera e circa la metà della popolazione dell’intero territorio di Karameikos, poté cominciare a riconoscersi in un’idea di unità nazionale spirituale, oltre che secolare.
L’Organizzazione del clero
All’interno della grande famiglia della chiesa karameikana sono ammesse tutte le fedi religiose che professano il Bene come caposaldo principale della loro teologia; nello Statuto di fondazione, denominato Una Sanctam Ecclesiam, sono elencati i requisiti per poter far parte della Chiesa di Karameikos, la quale annoverava inizialmente solo le fedi “canoniche” dell’Impero di Thyatis, quali: la Triade composta da Tyr, Ilmater e Torm; alcune Divinità della Magia come Mystra e Azuth; le Divinità dell’Amore e della Bellezza, Sune e Liira; le Divinità della Conoscenza, Oghma, Milil, Deneir e Gond; altre potenti divinità come Lathander, Helm, Selune e Tymora.
In un secondo tempo, vennero accolte le confessioni religiose di divinità molto venerate nelle selvagge terre di Traldara, come gli Dei della Natura quali Chauntea e Silvanus.
I chierici che vengono ordinati alla vita ecclesiastica da una qualsiasi di queste chiese all’interno del territorio del Granducato, sono automaticamente membri della Chiesa di Karameikos, mentre per i sacerdoti erranti o ordinati in altri territori, vi è facoltà di scelta. Una volta giunti nel ducato, è possibile chiedere alla propria curia di essere registrati come membri della chiesa karameikana, con tutti gli oneri ed onori che questo comporta.
Solamente facendo parte dell’organizzazione, è possibile ottenere un titolo che preveda la possibilità di amministrare un territorio con diritto di trasmettere l’eredità: gli Arcivescovi godono dei privilegi di Signore Terriero, Nobile di Corte e Alto Prelato.
Tuttavia, qualora un Arcivescovo venisse elevato al rango di Patriarca, nomina che avviene solamente tramite elezione per mezzo dell’Assise, un’assemblea dei Gran Sacerdoti dei diciassette chiericati confederati, egli dovrà rinunciare al potere temporale concessogli.
Inoltre, un chierico della Chiesa di Karameikos può godere di alcuni vantaggi preclusi a coloro che non ne fanno parte, tra cui: aiuti economici da parte di altri Credo del ducato o della Tesoreria Clericale in caso di bisogno, il diritto di asilo qualora ne faccia richiesta, la possibilità di essere giudicato dalla Chiesa invece che dal proprio culto o viceversa.
I dogmi del Una Sanctam Ecclesiam
Primus
Non v’è salvezza al di fuori della Chiesa di Karameikos, istituzione nata libera in una terra di uomini liberi, generata come via per la salvezza mediante la Fede e le Opere.
In ogni sua confessione e corpo, la Chiesa ha nel Patriarca il proprio capo spirituale e temporale, Sommo Sacerdote scelto in seno alla Famiglia da altri suoi pari, la cui santità è prova stessa d’infallibilità.
Secundus
La ricerca del Bene supremo è il faro che guida la Chiesa in ogni sua azione e pensiero.
Le visioni filosofiche peculiari di ogni credo della Famiglia ecclesiastica, sono la via per affrontare questa ricerca e giungere per strade diverse alla scoperta del senso vero del Bene, uno e unico.
Esso è la virtuosità dell’anima e garantisce la vita eterna oltre le spoglie mortali.
Tertius
La lotta al Male è la battaglia che la Chiesa di Karameikos combatte, la cui importanza è pari alla ricerca del Bene superiore.
Estirpare il Male dalle terre degli uomini e contrastarne le trame, rende un grande servigio alla comunità, mondandola dall’abiezione e dalla malizia, elevando lo spirito dei puri e dei convertiti, per una società migliore.
Quartus
Carità, perdono, aiuto dei bisognosi, conversione delle anime allontanatesi dalla retta via e punizione degli empi, sono i pilastri su cui si fonda la ricerca del Bene.
Quintus
Gli atti di violenza, omicidio, furto, adulterio, il mentire, il convivere senza essere sposati è peccato; questi peccati macchiano lo spirito del peccatore e richiedono un atto di purificazione.
Sextus
La mancanza di volontà di purificarsi è un peccato in sè, punibile con l’allontanamento dalla Chiesa, con il risultato finale di rendere l’anima del peccatore non più purificabile.
Septimum
Il ruolo di ciascuno nell’aldilà, viene determinato dalla quantità di azioni virtuose o di peccati compiuti al momento della morte.
Octavus
E’ responsabilità dei membri della Chiesa il diffondere la filosofia della stessa sacra istituzione tra i miscredenti e portarne i benefici in terre ostili o non civilizzate.
Nonus
L’uso della magia che non abbia le basi nel rituale della Chiesa o dello studio accademico significa solo superstizione ignorante, perciò sono deprecabili tutti coloro che leggono la mano, i tarocchi, i fondi del thè e vendono portafortuna, perché instillano vane speranze e false conoscenze, lontane dagli Dei.
Decimus
La Chiesa è al servizio di Karameikos, del suo popolo e dei suoi governanti.
Una società civile non può definirsi tale, senza legge o governo che garantisca l’ordine secolare, ne senza una guida che garantisca quello spirituale.