Nella notte dei tempi, quando la Luna era ancora giovane e il sole già vecchio, le stelle compivano sfavillanti il loro percorso attraverso la volta del cielo, sull’immensa distesa di foreste che gli Dei avevano creato per il popolo dei Traldar.
Popolo eletto e deputato a vivere nel paradiso terrestre che le divinità, nella loro saggezza, avevan donato loro, i Traldar vivevano una vita semplice e felice, fatta di pesca e di caccia.
I ruscelli freddi e limpidi erano la dimora della trota d’argento, che rapida e sfuggente risaliva i corsi d’acqua fino alle scure montagne del nord, mentre sul bosco regnava il cervo, possente e nobile tra tutti gli animali, che a quei tempi nemmeno il lupo osava sfidare.
Gli Dei sapevano che la felicità del loro popolo sarebbe un giorno terminata, perchè sempre il Male tesse le sue trame e sempre cercherà di insinuarsi nei cuori dei viventi, avvelenandoli con malizia e falsità.
Lontano nelle Terre Occidentali, una razza di uomini-bestia si preparò per marciare verso le terre orientali, in cerca di ricchezza, schiavi e contrade più ospitali; l’uomo-bestia viveva in territori sassosi, spogli e poveri di acqua e selvaggina, mentre nulla sapeva delle arti e dell’artigianato che i Traldar avevano appresi da soli, popolo ingegnoso, per migliorare la propria vita. Gli uomini-bestia possedevano al pari dei Traldar la protezione delle loro malvagie divinità, la cui potenza era paragonabile a quella dei creatori del paradiso terrestre e solo uno scontro tra le due razze avrebbe potuto decidere il destino delle Terre Conosciute.
Gli Dei, per proteggere il loro amato popolo, scesero dalle loro dimore celesti per avvisare dell’arrivo degli uomini-bestia e cercarono nelle terre traldariane dei giovani saggi e forti cui affidare le conoscenze ed i segreti che li avrebbero aiutati a sconfiggere i nemici.
Essi scelsero il piccolo villaggio traldariano di Lavv,
in cui abitava Halav Capelli-Rossi, un artigiano che costruiva coltelli in pietra e gli insegnarono le tecniche per costruire armi ed armature di bronzo; egli apprese anche l’arte della forgiatura della spada e la strategia militare.
La seconda prescelta fu Petra, un’artigiana che lavorava la ceramica, a cui venne insegnato la scienza dell’arcieria e della medicina, l’uso del tornio da vasaio e l’utilizzo del telaio per la lavorazione del lino.
Come ultimo dei loro emissari gli Dei scelsero Zirchev, grande cacciatore tra la sua gente e gli insegnarono l’arte di addomesticare gli animali, a cavalcare e combattere con i cavalli, come addestrare i cani a difendere i loro padroni e gli donarono le conoscenze per muoversi silenzioso come un gatto, nuotare come un pesce e vedere come un’aquila.
Halav, Petra e Zirchev andarono tra gli altri abitanti di Lavv annunciando la venuta degli uomini-bestia, ma il Re si mise a ridere e cerco di scacciarli, tacciandoli di essere dei bugiardi e degli usurpatori; Halav lo affrontò a duello e grazie alla sua spada e alle sue abilità, lo uccise e ne reclamò la corona.
Negli anni che seguirono, Re Halav, la Regina Petra che ne era divenuta amante e sposa ed il Cacciatore Zirchev insegnarono i segreti appresi al popolo di Lavv e unirono sotto il loro dominio tutti i villaggi dei Traldar, che crebbero diventando potenti e prospere città, mentre Halav divenne celebre per la sua saggezza e imparzialità.
Giunse infine il momento tanto paventato: le forze degli uomini-bestia attaccarono in massa le loro terre, come un’onda di marea che si abbatte sugli scogli. I Traldar nelle loro lucenti armature di bronzo si opposero all’avanzata e le irresistibili forze degli uomini-bestia, che mai erano state fermate fino a quel momento, saggiarono con sgomento l’inamovibile resistenza dei traldariani.
La guerra si protrasse per lunghissimo tempo e molti valorosi guerrieri persero la vita per difendere le proprie case; numerosi furono gli atti di coraggio che vennero compiuti in quel conflitto e ogni traldariano abbatteva decine di nemici prima di cadere a sua volta.
Re Halav riuscì infine a trovarsi faccia a faccia con il re degli uomini-bestia in cima ad un colle, ed entrambi i contendenti seppero che se volevano vincere la guerra, avrebbero dovuto abbattere il comandante avversario.
Il Re-Bestia era alto il doppio di Halav, aveva una testa di un lupo ed il corpo ricoperto di peli, ma camminava eretto e maneggiava con forza e abilità la sua gigantesca ascia. Ad essa il re degli uomini oppose la sua spada lucente e la grande padronanza dell’arte del duello.
La battaglia finale si svolse dall’alba al tramonto in cima al colle, con entrambi gli schieramenti fermi a guardare l’epico duello dei loro campioni, i quali si equivalsero sotto ogni aspetto; i due sovrani dimostrarono abilità e risolutezza fuori dal comune e nelle pause tra una serie di colpi ed un’altra, non si schernivano, ma esternavano parole di lode e rispetto verso il proprio avversario.
Continuarono a combattere e ad affannarsi fino ad essere a malapena in grado di reggere le armi, ma ora gli uomini-bestia erano timorosi per la sorte del loro re ed i Traldar più che mai decisi a difendere fino alla morte le loro terre.
Era destino che nessuno dei due contendenti potesse prevalere e così fu: entrambi i sovrani perirono sotto i colpi del valoroso avversario.
Gli uomini-bestia, che mai avevano trovato degli umani così fieri ed indomiti, presero il corpo del loro capo e abbandonarono le terre dei Traldar, mentre la regina Petra e Zirchev trasportarono con tutti gli onori re Halav alla loro città.
Grandi furono il cordoglio e la disperazione a Lavv per la morte dell’amato sovrano, che venne cremato su una pira funebre alta cento piedi.
Tuttavia, durante la cerimonia, gli Dei scesero sulla terra e portarono via non solo lo spirito del possente Halav, ma anche quelli di Zirchev e Petra, donando a tutti e tre gli eroi l’immortalità.
I Traldar piansero per lunghi anni la morte dei loro condottieri ed in particolare del grande Re, ma prosperarono e divennero un grande popolo, creando un impero che mai fu eguagliato in quelle terre.
All’Epoca d’Oro di Re Halav, seguirono secoli bui e le genti che furono unite sotto un’unica bandiera vennero disperse; il sapere e la scienza tramandati dagli Dei vennero obliati e il paradiso terrestre di Traldara fu nuovamente invaso dalle creature dell’oscurità. Eppure, per enunciazione degli Dei stessi, verrà un giorno in cui l’erede di Re Halav, la sua reincarnazione terrena, tornerà per guidare una volta ancora i traldariani e farli assurgere all’antica gloria.