Le Foreste del Dymrak sono la regione più selvaggia di tutto il territorio di Karameikos e lo sono da tempo immemore, ancor prima che quelle terre venissero chiamate Traldara dalle popolazioni locali. Probabilmente fu proprio questo che spinse gli Elfi Vyalia, uno dei più isolazionisti clan elfici, a stabilirsi qui. Il Dymrak non è solo un territorio selvaggio, ma anche estremamente pericoloso: insidie, rovine infestate, letali creature e strane energie magiche sono all’opera sotto questi intricati boschi.
Uno dei luoghi dalla fama più sinistra di questa regione, si trova a sud-est dei Campi di Elbai e dei Picchi del Tuono, un luogo evitato da tutti gli umanoidi tranne che dalla tribù goblin dei Teschio di Lupo (chiamati anche Kloss-Lunk), i quali ne hanno fatto la propria dimora: la Foresta Pietrificata.
Nel profondo della foresta c’è una lugubre valle colpita secoli fa da un’antica maledizione che ha trasformato ogni essere vivente, vegetale o animale, in pietra; sono contrade inquietanti e silenziose, in cui nessun colore riesce a spezzare la grigia monotonia della pietra e in cui la penombra regna sovrana sui cuori dei viventi che vi si avventurano. Gli alberi vennero trasformati in pietra mentre erano a foglia piena, cosicché il denso baldacchino pietroso disegna un’oscurità ombrosa e crepuscolare sul suolo della foresta, dove anche l’erba ed i cespugli sono pietrificati. In questo bizzarro ed intricato sottobosco, rovinato dal passare dei secoli, è possibile vedere animali e uccelli di pietra immortalati nelle loro posizioni quando vennero colpiti dalla maledizione e numerose sono anche le statue degli incauti avventurieri che si sono recati qui in cerca di fortuna, a memento che la maledizione è ancora in corso. Oltre al muschio pallido che ricopre parzialmente gli alberi, nessuna forma di vita è riuscita a sopravvivere in queste terre, in cui non è infrequente incontrare non-morti evocati dagli sciamani dei goblin per scoraggiare eventuali intrusi.
Al centro della Foresta Pietrificata, vi sono delle antiche rovine in basalto di epoca tymorana, costruite su una fumarola vulcanica ancora attiva e circondate dall’accampamento permanente dei goblin Teschio di Lupo: tali rovine sono il luogo da cui scaturisce l’antica maledizione.
Gli sciamani della tribù si tramandano oralmente la leggenda delle origini di tale flagello e insegnano ai loro accoliti, di generazione in generazione, come tenerlo sotto controllo.
Secoli or sono, un mago alphatiano di nome Ergat Dùm si stabilì nelle rovine soggiogando i goblin che vi dimoravano, impiegandoli per ricostruirle e farne infine la propria dimora. Egli dimorò in queste terre per molti anni, accrescendo il suo potere ed entrando in conflitto con Streghe Sorelle del Dymrak, le quali vedevano il mago come un pericolo per il loro dominio sulla regione, che esse dovevano già contendere agli elfi Vyalia. Ergat, quando era in vita, conobbe una driade della foresta che viveva in quei boschi, di cui si innamorò; ella ricambiava tale sentimento e spesso si recava a far visita al mago per giacere con lui. Fu durante uno di questi incontri che le Streghe Sorelle attaccarono la fortezza, cogliendo di sorpresa l’uomo e la driade. Mentre egli cercava di difendersi, la driade fuggì attraverso i sotterranei, ma alcune delle megere la intercettarono ed ella, ormai braccata e senza via di fuga, utilizzò i propri poteri per trasformarsi in un albero magico e scampare alla cattura. Le streghe, per punirla, mutarono in pietra la linfa vitale dell’albero-driade, che si pietrificò completamente.
Lo stregone, scampato all’assalto nonostante la distruzione della propria casa e lo sterminio di quasi tutti i suoi servitori, trovò l’Albero di Pietra e dopo aver compreso l’accaduto, si uccise ai piedi della
pianta pietrificata con il proprio pugnale magico, proferendo una potente maledizione contro le Streghe Sorelle ed il mondo. L’albero avrebbe prodotto un frutto ogni mese, un uovo di pietra dal quale sarebbero nate delle creature il cui potere sarebbe stata la condanna delle streghe, nel medesimo modo in cui esse avevano ucciso la sua amata.
La maledizione prese effettivamente vita dopo la morte di Ergat-Dùm, in quanto l’albero cominciò davvero a creare un uovo ad ogni luna nuova, che dava origine a creature molto simili ai famigerati basilischi, ma accadde qualcosa in più: il potere della maledizione si estese anche alla foresta, nelle cui profondità di estendevano le radici dell’Albero di Pietra. Fu così che mentre i basilischi crescevano di numero, la foresta ed ogni cosa che vi dimorava, andava lentamente pietrificandosi.
I pochi goblin sopravvissuti all’attacco delle streghe e fuggiti lontano dalle rovine, quando tornarono nelle loro terre si resero conto che una maledizione ora gravava su quella che era stata la loro casa; non volendo abbandonare la loro terra natia, lo sciamano della tribù si mise all’opera per fermare un flagello che avrebbe lentamente impestato la foresta. Tramite il pugnale magico del mago, egli capì che poteva sia distruggere le uova prodotte dall’albero, che uccidere i basilischi, mettendo almeno un freno all’avanzare della roccia.
Da allora, gli sciamani dei Kloss-Lunk, hanno il compito di tenere sotto controllo il potere della maledizione ed impedire che i basilischi aumentino di numero, tramandando da una generazione all’altra le informazioni ed i rituali necessari affinché ciò avvenga.